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Prepararsi per l'energia rinnovabile: gli sviluppi del settore dei data center

Peter Panfil •

Parteciperò a un dibattito intitolato "More Renewables Please: How Can the Industry Scale Use and Conquer Intermittency?" (ovvero: Più rinnovabili, grazie; in che modo il settore industriale può espandere l'utilizzo ed eliminare l'intermittenza?) che è stato trasmesso sul canale DCD Energy and Sustainability. Ho preso parte al dibattito, moderato da Stephen Worn di DCD, da Mark Monroe di Microsoft e da Rajan Battish di RSP Architect.

Non è certo un ambito povero di argomenti. L'energia rinnovabile è una sorta di sacro graal, per il settore dei data center, perché potrebbe consentire agli operatori di eliminare le emissioni di gas serra di tipo Scope 1 dai generatori di backup e le emissioni di tipo Scope 2 causate dall'energia elettrica tradizionale, ricavata da combustibili fossili.

C'è però il problema dell'intermittenza, citato nel titolo del dibattito. Le fonti rinnovabili, come quella solare e quella eolica, non sono abbastanza prevedibili per soddisfare i requisiti costanti dei data center. Chi ha seguito l'argomento probabilmente potrà intuire dove ci porta questa discussione: le celle a combustibile per i data center sono fondamentali per aiutare il settore a espandere l'utilizzo dell'energia rinnovabile?

Poiché l'idrogeno verde si produce a partire da energia rinnovabile, le celle a combustibile che utilizzano l'idrogeno verde potrebbero fornire energia rinnovabile ai data center senza compromettere la continuità. Questo percorso ovviamente comporta una serie di sfide, ma prima di affrontarle vorrei parlare di un'opportunità più immediata che può agevolare la transizione alle energie rinnovabili.

Il passaggio necessario prima di arrivare ai data center alimentati da fonti rinnovabili

Se si vogliono ridurre le emissioni di carbonio, il modo in cui l'energia viene generata è solo una parte dell'equazione. L'altra parte è il modo in cui viene utilizzata. I bassi coefficienti di utilizzo, derivanti in gran parte dalle esigenze di ridondanza, sono da sempre piuttosto comuni per i data center. Le architetture dei sistemi di alimentazione più recenti permettono di incrementare l'utilizzo nei sistemi di alimentazione centralizzati e ora i progressi delle architetture di alimentazione basate su rack offrono la stessa opportunità a livello di rack.

Questi progressi sono supportati dalle iniziative OCP Open Rack e Open19. Al centro di entrambe le architetture c'è una struttura di alimentazione che supporta i "mattoni" dell'IT, ovvero i moduli di calcolo, di archiviazione o di rete, per ridurre al minimo le ridondanze hardware tipiche dei server tradizionali consentendo al tempo stesso standardizzazione e flessibilità.

Dopo molte attività di sviluppo e collaborazioni nel settore, stanno maturando; ora rappresentano una soluzione pratica per gli operatori di hyperscale, colocation e data center aziendali che possono utilizzare l'energia con più efficienza e velocizzare l'accesso al mercato. La nuova versione dello standard Open19, ad esempio, prevede un modulo di raffreddamento a liquido aggiuntivo che aumenta la flessibilità per le installazioni di rack raffreddati a liquido ad alta densità e offre una soluzione di alimentazione nativa a 48 V che rende più efficiente la distribuzione nel rack. Sono progressi che si aggiungono all'efficienza già superiore dei rack ad architettura aperta rispetto ai design precedenti.

Quando queste architetture sono state introdotte, alcuni le consideravano rivoluzionarie, ma ora è chiaro che rappresentano più un'evoluzione che una rivoluzione. Eliminano le inefficienze delle architetture precedenti sfruttando al contempo l'infrastruttura esistente. Alcuni operatori hanno implementato soluzioni di backup a batteria all'interno dei rack ma con l'alta efficienza operativa disponibile nei grandi sistemi UPS di oggi, una strategia di protezione dell'alimentazione centralizzata risulta più efficiente.

In che modo, quindi, tutto questo ha a che fare con le energie rinnovabili? Innanzitutto, la maggiore efficienza e l'utilizzo migliorato dei data center riducono le emissioni di carbonio e i costi energetici via via che le tecnologie dell'energia pulita si consolidano. Si riducono così il capitale necessario e i costi operativi per la transizione all'alimentazione pulita, rendendo la fase successiva più fattibile dal punto di vista economico. Mentre il settore si prepara per le energie rinnovabili, penso spesso a quello che mi ha detto un veterano del settore dei data center, che conosco da più di vent'anni: "Voglio consumare meno energia possibile e voglio che ogni watt sia utilizzato con la massima efficienza." È così che inizia il percorso verso la sostenibilità.

Il passaggio successivo: energia rinnovabile più celle a combustibile e idrogeno (celle a combustibile per data center)

Chi non ha monitorato gli sviluppi dei mercati delle celle a combustibile e idrogeno sarà sorpreso di vedere quanto stiano cambiando e a quale velocità. Il prezzo delle celle a combustibile è diminuito drasticamente e sono in corso importanti investimenti pubblici e privati nella produzione di idrogeno verde. Queste tendenze stanno velocizzando l'accesso al mercato delle soluzioni con celle a combustibile per data center, il che ci darà molti argomenti da trattare al dibattito. Segui la trasmissione per saperne di più su:

  • Come potrebbe essere una soluzione con celle a combustibile per data center
  • Funzionalità di gestione energetica rese possibili dalle celle a combustibile
  • Costi dell'idrogeno e requisiti di stoccaggio
  • Potenziale ruolo del settore dei data center in un'economia dell'idrogeno in evoluzione

So che Rajan e Mark porteranno preziose informazioni ed esperienze su questi argomenti e sono entusiasta di partecipare al dibattito con loro. Puoi riascoltare qui il dibattito. Per ulteriori informazioni sull'approccio di Vertiv ai criteri dell'ESG, dai un'occhiata al nostro report sull'ESG.

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